"E' possibile spiegare l'acqua, ma così facendo la bocca non si bagnerà
E' possibile spiegare a fondo la natura del fuoco, ma così facendo la bocca non si scalderà
L'acqua e il fuoco si conoscono solo toccandoli
Difficilmente si otterrà la conoscenza attraverso la spiegazione di un altro"
(Takuan Soho)
Il Kendo è una disciplina marziale straordinaria e antichissima.
Fino al 1500 le due armi più importanti in uso erano la spada e l'arco.
Con l'arrivo delle armi da fuoco nel 600, furono le scuole di uso militare dell'arco (Kyu-jitsu-ryu) che per prime trasformarono l'uso marziale (jitsu) dell'arco in Kyudo cioè "Via del tiro con l'arco", praticando una disciplina oramai priva di scopi pratici, ma con il fine della crescita interiore, sotto l'influsso della filosofia "ZEN", la religione più seguita dai Samurai. Seguendo questo esempio, anche altre scuole marziali cominciarono a trasformare l'uso marziale delle armi in pratica di cammino spirituale. Nel tempo perciò dal Kenjitsu si passò al Kendo.
L'attitudine mentale, le tecniche, i vari metodi di insegnamento, sviluppati negli anni dalle diverse scuole, si sono tramandati fino ai nostri giorni e sono stati fusi in una pratica educativa che contiene ancora tutte le caratteristiche del passato.
Nel 1975 la All Japan Kendo Federation stabilì gli obiettivi fondamentali della pratica del kendo e cioè:
- Formare mente e corpo ;
- Coltivare uno spirito vigoroso e, attraverso un rigido e corretto allenamento;
- Impegnarsi nel migliorare la propria tecnica;
- Imparare a mantenere un atteggiamento di cortesia e onore;
- Stare con gli altri con onestà, perseguendo sempre il miglioramento di se stessi.
Ciò renderà la persona capace di amare gli altri, il proprio paese e la società, di contribuire allo sviluppo culturale e di promuovere la pace e la prosperità tra le persone. Ma tante parole servono a poco, la pratica del kendo è un percorso che difficilmente si può spiegare, l'unica via è l'azione.